Storia - Difesa D'Ischia

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Storia di nobili e di briganti:

Antica proprietà della nobile e ricca famiglia dei Lacava, la Masseria dove sorge l'agriturismo, risale al XVI secolo e porta nel suo aspetto la maestosità dell'architettura dei galantuomini, visibile nel portale slanciato e grandioso in mattoni, nell'eleganza e compostezza delle scalinate interne e soluzioni di vie di fuga pratiche, visibili nel lungo cunicolo sotterraneo che da essa si dipartiva per arrivare quasi fino alle spalle del fiume Sauro. Nell' ottocento fu meta di vacanze e di riposo per tanti signori che in questo scorcio di campagna ritrovavano i piaceri della vita bucolica. Le memorie storiche della famiglia Lacava si intrecciano tra lustri e tragedie. Il nobiluomo Giuseppe Lacava scomparve il primo Agosto del 1861, ad appena 53 anni, in un' imboscata tesa dai briganti nel bosco di Rifreddo. Più noto il patriota e uomo politico Pietro Lacava che fu attivo esponente del movimento liberale in Basilicata nel 1860, e che accompagnò, in qualità di ministro, il Presidente del Consiglio Zanardelli nello storico viaggio in Basilicata. Le cronache riferiscono che fece pernottare l'illustre ospite proprio nella Masseria Difesa d'Ischia.

Si ricorda il medico, scrittore, archeologo e studioso di storia, nonchè combattente, Michele Lacava. Egli partecipò attivamente ai moti insurrezionali per l'Unità e combattè al fianco di Garibaldi al Volturno.

Ma la Masseria Lacava non è solo storia di nobili, ma anche di briganti. Essi senz'altro vi fecero incursioni e racconti popolari narrano di numerose impiccagioni al grosso gancio dell'arco che domina l'atrio. La Masseria rappresentava una postazione strategica per i briganti che da lì controllavano tutto il territorio circostante, dal Sauro ai paesi di Corleto e Guardia Perticara.


La memoria:

La tenuta Difesa d'Ischia è situata in agro di Guardia Perticara, "paese di pietra", di origine antica distrutto dai Saraceni nel X secolo. In un documento del 1494 si cita un "Castrum Perticari",a quell' epoca già abbandonato, che potrebbe derivare da uno dei latifondi o masse longobarde divise in "pertiche" e dati alle famiglie di coloni.

Molto caratteristico il piccolo centro abitato (m 750, ab 796), con stretti vicoli e ripide scalinate, case arroccate le une alle altre e palazzi in pietra. Nella piazza principale, di fronte al seicentesco palazzo Montano, è la Chiesa Madre ricostruita dopo il 1857, con ingresso sulla navata laterale.

Nel fondovalle del Sauro è la piccola Chiesa di S. Maria del Sauro, oratorio del XIV secolo e rifatto nel '700. Vi si conserva una statua con la Madonna col Bambino del XIV secolo.

 
 
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